giovedì 17 maggio 2012

Mississippi Burning



TRAMA

Stato del Mississippi, 1964. Due ragazzi bianchi e un ragazzo nero, appartenenti al movimento dei diritti civili, vengono uccisi da un gruppo di razzisti del Ku Klux Klan. 
Due agenti dell'FBI, il laureato ma inesperto Ward e il più spregiudicato Anderson, indagano in un clima di aperta guerra alla gente di colore. 
Per fronteggiare l'offensiva razzista Ward mobilita addirittura l'esercito, mentre Anderson conduce una più efficace inchiesta parallela e sotterranea. 
Alla fine saranno i suoi metodi spicci e illegali a risolvere il caso e ad assicurare alla giustizia i colpevoli.

TEMATICA


All'inizio degli anni sessanta la presidenza Kennedy inaugura una politica di abrogazione della legislazione segregazionista contro la gente di colore ancora in vigore in alcuni stati del sud. Questi cambiamenti incontrano la feroce opposizione dei settori più razzisti della popolazione bianca. 
In quest'area del paese, quella dove storicamente si è sviluppata l'economia schiavista di piantagione, il razzismo è un atteggiamento diffuso e radicato (assimilato fin dalla più tenera età, come dice amaramente consapevole la moglie del vicesceriffo e come si evince dalle interviste televisive alla gente del posto), di cui si fanno fanatici portatori gli stessi rappresentanti della legge e della magistratura.

Ward incarna un tipo di approccio idealista e legalitario, che si affida ad una gigantesca mobilitazione delle forze dell'ordine, tale da suscitare la terribile escalation di violenza da parte del Ku Klux Klan; Anderson, invece, uomo del sud, conoscitore della psicologia e mentalità del luogo, capisce che è necessario adottare metodi non ortodossi per infrangere il muro di omertà che protegge i colpevoli. 
Alla fine Ward, ingenuo paladino dei diritti umani, riconosce le ragioni di Anderson e cioè come di fronte ad una situazione eccezionale occorre usare mezzi eccezionali (significativo in proposito l'invito finale che gli rivolge di condurre l'automobile).




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